sabato 24 marzo 2012

What if.

Rientri in casa al buio, al ritmo affannoso del respiro di chi non ha più l'età per fare tutte quelle scale di corsa. La pioggia battente produce tintinnii ovattati sul vetro, ti ricorda che i vestiti che indossi non si asciugheranno da soli, tanto meno permetteranno al tuo corpo di fare lo stesso. "Portami con te a Venezia" -ripeti sottovoce, mentre la vasca da bagno si riempie- "Chiuderemo gli occhi e saremo lì in un baleno". Curioso come l'acqua calda riesca a far fluire i pensieri, quanto il calore fisico riesca a riequilibrare il calore emotivo. "Vorrei fosse tutto più facile, vorrei fosse tutto più semplice" -il tono di voce è diventato un sussurro, hai gli occhi coperti da un'asciugamano saturo di acqua tiepida, non è il volume della voce che porterà al destinatario questi pensieri- "Vorrei poterti dire quanto mi piaci, tutto il resto è superfluo". Il profumo del bagnoschiuma è fresco, risveglia ogni molecola d'aria satura di vapore acqueo.

Se solo Iside sapesse quanto è bella, se solo Osiride riuscisse a trovare le parole giuste, al momento giusto. Probabilmente lei uscirebbe di casa con un sorriso smagliante ogni giorno, rendendolo, forse, meno interessante. Probabilmente lui sarebbe un Don Giovanni, e nemmeno la noterebbe più. Li vedo, alla fermata del bus. Lei sorride, lui anche, in due direzioni opposte. Forse è meglio che non sia andata così.

Perché prima di fare le scale di corsa, Osiride era in piedi, sotto la pioggia, in mezzo alla strada. Iside lo stava salutando dal finestrone sul fondo del bus, con una mano sul vetro ed una sul viso. "Non posso trasferirmi con te" -le avrebbe detto lui, tre minuti e qualche lacrima prima- "Non sarà per sempre" -avrebbe mentito lei, un bacio e tanti rimorsi dopo-.

Tutto tace come alla fine di ogni guerra. Si contano i feriti e i morti, campi sterminati di cuori in equilibrio sul ciglio di una vasca da bagno: si godono il calore con la sensazione di aria fresca, sperando di non affogare in un mare in cui non saprebbero restare a galla.

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