martedì 11 maggio 2010

L'altra metà del cielo



Ritrovarsi a scrivere dopo tanto tempo è come prendere un caffè al bar con un caro amico che non si vede da anni. L' attesa del suo arrivo è ingannata da pensieri malinconici, tra ricordi e proiezioni del possibile presente. La felicità nel vedere di nuovo un volto familiare passa quasi immediatamente, subito prende corpo l' imbarazzo dell' iniziare una conversazione, l' argomento della quale resta in bilico per alcuni secondi tra il passato ed il banale. Cosa sarà cambiato? cosa sarà restato uguale?

L' aroma del caffè è sostituito dall' odore di chiuso di una stanza da studente, mentre i cambiamenti sono la certezza dell' essere in una città non tua. Ti piace rileggerti nei tuoi pensieri buttati su carta una vita fa, e, come spesso accade, non ti riconosci nelle tue parole: se non fosse per la tua firma le scambieresti certamente per quelle di un altro. I tuoi ricordi ti raccontano chi sei, ti piace ascoltare cosa ha da dirti il tuo passato, lo lasci parlare e sorridi quando realizzi che il suo discorso è ingenuo come le favole dei bambini. Mentre ti accendi una sigaretta realizzi che è il tuo turno di parlare, schiarisci la voce dopo la prima boccata e le parole sembrano uscire da sole assieme al fumo.

Inizi dal pensiero più bello, perchè è questo che ti piacerebbe accadesse: ricordare solo le cose belle. Dare a lei la stabilità che solo un ricordo ha nel cuore di una persona e contemporanemente viverla con l'emozione che solo lo stare con lei può darti. Ora è lontana e descrivi per primi suoi occhi, come i vostri sguardi si incontrano e regalano all' altro l'emozione di un' attesa così lunga. Provi a descrivere le sue carezze e i suoi baci, il suo modo di ascoltarti e la sua voce, ma al tuo passato basta osservare il tuo sorriso per capire quanto le vuoi bene. La tua vita ascolta con attenzione, e sorride insieme a te ogni volta che le rivolgi un pensiero. Fatichi a mantenere la concentrazione, è difficile spiegare a qualcuno come si fa ad essere felici, è difficile ammettere a se stesso di sentirsi bene dopo tanta sofferenza. E' inutile parlare del futuro al proprio passato, va al di là della sua comprensione, della sua competenza. Così ogni pensiero diventa un presente infinito, costante nel tempo, un motivo per restare sveglio a godersi ogni momento. Aspetti l' occasione per indossare le tue ali, intanto accarezzi l' altra metà del tuo cielo.

Il posacenere che si riempie di cicche segna lo scorrere del tempo, si alza una leggera brezza marina che ti ricorda che "è subito sera". I tasti del tuo pc sono illuminati solo dalla luce dello schermo, lasci la mancia alla cameriera sotto l' unica tazza di caffè sul tavolo, ti stropicci gli occhi stanchi, mentre la luce del monitor si spegne.

1 commento:

  1. "una città non tua" eh già...è tutta un'altra prospettiva. Luisa

    RispondiElimina